di Vincenzo D’Andrea

Il concetto di biodiversità, spesso inflazionato ma poco compreso, esprime la grande varietà di esseri viventi che popolano un’area, creando un ecosistema. La diversità è la forza che permette un’agevole evoluzione e adattamento ai continui mutamenti del nostro Pianeta. Maggiore è la semplicità di vita degli esseri viventi, maggiore è la loro capacità a evolversi e adattarsi all’ambiente che popolano.

Il Regno dei Funghi (Regnum Fungi), vastissimo e ancora inesplorato per molti aspetti, è tra i Regni del Vivente quello che, nella semplicità della struttura, ha una continua evoluzione, al punto da subire nella nomenclatura un continuo aggiornamento. In tutto questo la “mico- diversità” è un aspetto fondamentale per tutti i territori, poiché riesce a dare un’identità unica, spesso riconoscibile attraverso specie autoctone che risultano esclusive del luogo.

Il Matese è terra di mico-diversità e i funghi, in questo ambiente, ricoprono un ruolo insostituibile, contribuendo al giusto equilibrio tra le varie specie del Vivente. Non a caso il Matese viene considerato, dal punto di vista micologico, tra le aree di maggiore importanza dell’Appennino Meridionale. Tale particolarità ha attirato l’attenzione e l’interesse dei micologi del posto, che hanno approfondito lo studio e la ricerca, fino al ritrovamento di specie mai identificate in altre parti del mondo.

Negli ultimi anni nell’area del Matese sono state trovate ben 7 nuove specie di funghi epigei spontanei, di cui la più recente denominata, con identità inequivocabile, Rhodocybe matesina (Picillo & Vizzini, 2017). Sede della scoperta: lo spettacolare ed esclusivo “Bosco degli Zappini” nel comune di Fontegreca, altro orgoglio naturalistico per il Matese. L’Associazione Micologica del Matese – A.Mico.Matese – sta portando all’attenzione pubblica queste risorse spontanee del territorio, non solo per il loro valore prettamente scientifico (già di per sé una grande risorsa) ma per permetterne l’impiego anche come supporto all’economia agroalimentare e turistica locale. La cultura micologica è in netto miglioramento ma c’è ancora tantissimo da diffondere, per far comprendere quanto questo patrimonio non sia illimitato e che la raccolta dei “funghi mangerecci” debba essere rispettosa e fruibile nei tempi futuri; in una parola: sostenibile. Anche per il mondo del gruppo di funghi ipogei commestibili, quelli che comunemente chiamiamo tartufi, si sta cercando di lavorare attraverso un’intensa attività culturale e promozionale.

Grazie all’intervento di A.Mico.Matese, dall’anno 2013 tutti i Comuni afferenti al territorio del Parco regionale del Matese sono “Città del Tartufo”, aderendo l’Ente Parco all’Associazione nazionale Città del Tartufo. Inoltre, dal 2017, il “Tartufo nero del Matese”, dopo un’attenta valutazione documentale, scientifica e storica, è stato inserito nell’elenco del Mi.P.A.A.F. (Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali) quale P.A.T. (Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Campania). Un traguardo che dà un deciso valore aggiunto a questo pregiato prodotto naturale. C’è ancora tanto sul Matese, da fare e da conoscere, che si conferma essere sempre più un profondo scrigno di risorse, anche micologiche. Invitiamo tutti gli appassionati che desiderano approfondire o avvicinarsi a questo affascinante mondo, a contattare l’Associazione Micologica del Matese; sempre presente, con il proprio infopoint, anche nelle diverse manifestazioni che si organizzano sul territorio nell’arco dell’anno.

Associazione Micologica del Matese

amicomatese@gmail.com

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AMicoMatese