La grotta ricade nel territorio di San Gregorio Matese (Ce) ed è una tra le principali grotte sul Matese dove poter praticare speleologia, anche se si è alle prime armi.
Le prime testimonianze dell’esplorazione di questa grotta risalgono al 1776, quando un arciprete, Gianfrancesco Trutta, iniziò ad esplorarla con la luce delle fiaccole.
L’arciprete descrive nel suo libro l’entrata di questa grotta. Un ingresso molto stretto e piccolo, che dava accesso ad una prima parte orizzontale della grotta esplorabile senza bisogno dell’ausilio delle corde o altre strumentazioni.
Purtroppo vista la rudimentale e poco efficace attrezzatura, poteva avanzare nell’esplorazione poco alla volta e molto lentamente, senza poter spingersi troppo oltre in quanto il freddo e l’umidità rendevano impossibile una permanenza prolungata.
Nel 1962 invece, lo Speleo Club Roma, inizia a visitare la grotta,  entrando dall’ingresso dello Sprafunno e dall’inghiottitoio esterno.
Negli anni successivi la grotta è stata esplorata in modo più approfondito scoprendo una lunga diramazione di gallerie, grandi sale, pozzi superiori ai 30 metri e grandi laghi dall’acqua verde smeraldo fino ad arrivare al nuovo grande sifone prossimo alla sorgente del Rifreddo.
La grotta oggi  è molto esplorata da speleologi molisani e avellinesi, i quali fanno molta attività esplorativa e didattica per i neofiti speleologi.