VALLE AGRICOLA

Il borgo di Valle Agricola, in una posizione centrale del Matese campano, affonda le sue antichissime origini in epoca sannita, quando era di sicuro tappa obbligata per i pastori che provenivano dalla bassa Valle del fiume Lete e si dirigevano verso i pascoli montani.

Addentrarsi tra i viottoli e le stradine del caratteristico borgo, dai quattro “pizzi” (rioni), permette di scorgere una bellissima torre di origine longobarda, la Torre Pandone, che sovrasta l’abitato e che fu eretta nel XV secolo dai conti Pandone, proprio come ricorda lo stemma in pietra situato all’esterno della struttura.

Bellissime inoltre, la Chiesa della Santa Croce, in stile gotico, con una notevole pala d’altare seicentesca e un affresco col Creatore benedicente, risalente al 1400; la Chiesa di San Sebastiano, con la fonte battesimale del 1574 e l’ Arco di San Giovanni di epoca medievale.

Grazie alla sua posizione geografica, Valle Agricola viene definita, nel sito amicideiborghi.it, “un villaggio alpino con un clima di tipo appenninico”, ideale per ogni tipo di turismo. Infatti la bellezza del paesaggio, il clima mite, la salubrità dell’aria di mezza montagna e la possibilità di emozionanti e suggestive escursioni a piedi, in mountain-bike o a cavallo, la rendono meta di tantissimi appassionati. Da qui si possono facilmente raggiungere: il Monte Cappello (m.1406) da dove è possibile ammirare il mar Tirreno con il golfo di Gaeta, il Monte Ianara (m.1565) che regala una vista a 360 gradi, e le località di Selvapiana e Petraia, grazie ai numerosi sentieri percorribili tra i bellissimi boschi di faggio.

La posizione così particolare del suo territorio, che ai più potrebbe apparire come un limite, è proprio la vera ricchezza di Valle Agricola; il suo isolamento ha permesso infatti di conservare intatti molti aspetti del folclore locale che altrimenti sarebbero andati perduti.

Il gruppo folkloristico“I quattu Pizzi”, da anni testimone degli usi, costumi e balli di altri tempi, girovagando in Italia e a volte anche all’estero, porta con sé il modo di essere dei “valligiani”, convinti che la storia di vita vissuta di un popolo sia un grande tesoro cui devono riferirsi le generazioni moderne.

Indossando i loro tipici abiti del ‘700, i membri del gruppo si fanno portatori delle storie e dei canti delle feste, tipiche dei singoli quartieri del paese, cioè di quei “quattu pizzi” di cui si compone fin dal Medioevo l’antico centro matesino.