di Sisto Bucci
Quando un vino rappresenta un intero territorio
Il “Sannio Falanghina”, distretto produttivo vitivinicolo costituito dall’unione di cinque comuni, Torrecuso, Sant’Agata de’ Goti, Solopaca, Guardia Sanframondi e Castelvenere, ha ottenuto il prestigioso titolo di Città Europea del Vino 2019; un autorevole riconoscimento per un territorio che rappresenta da sempre un punto di riferimento per l’enologia campana, dato che realizza circa il 40% dell’intera produzione viticola regionale, con tre denominazioni di origine e un’indicazione geografica che riguarda più di 60 tipologie di produzioni. La nomina è stata ufficializzata il 10 ottobre 2018 nella sede del Parlamento Europeo, attribuita da Recevin, la Rete Comunitaria delle 800 città del vino.
Il Sannio, terra legata a importanti vini, ha così l’opportunità di raccontarsi in maniera più incisiva a tutto il vecchio continente, insieme alla storia dei suoi borghi, al fascino dei paesaggi e alla genuinità delle numerose produzioni locali. Sono le eccellenze enogastronomiche, in particolare, a ricevere maggiori attenzioni quando si attuano politiche di promozione territoriale, soprattutto da quando il turismo è materia di competenza del Ministero dell’Agricoltura; un legame che permette un’interlocuzione agevole e diretta tra turismo ed enogastronomia.
È questa la vera identità di un territorio che riesce a esprimere la sua essenza anche in un calice di vino e che, grazie all’ambito titolo ottenuto, può avvalersi di un ricco calendario eventi per celebrare la sua grande ricchezza.
Tra le tante manifestazioni in programma sono previsti l’arrivo del treno storico “Sannio Express” e gite in vespa e mountain bike; momenti di approfondimenti e riflessioni con convegni, seminari e degustazioni con grandi personalità ed esperti del settore… complessivamente 120 appuntamenti (in 365 giorni) che porteranno i visitatori nel cuore dei comuni della Falanghina, un tempo terra dei popoli Sanniti e Longobardi.
Nonostante sia sorto qualche dissapore legato al ritardo nella pubblicazione degli eventi e alla totale assenza di un’adeguata promozione degli stessi, è davvero facile farsi trasportare dall’orgoglio e dall’entusiasmo che un’occasione simile genera.
Il ventaglio di opportunità che si apre è davvero grande, sia per i cinque comuni riconosciuti “Sannio Falanghina” che per il vasto territorio che li accoglie, Matese e Taburno. È il momento di mettere in campo tutte le competenze presenti, per costruire le fondamenta di un sistema di sviluppo turistico che sia continuo e duraturo e non legato esclusivamente alle manifestazioni programmate per “Sannio European Wine City”. È necessaria una corretta pianificazione e organizzazione dei servizi turistici e dei professionisti del settore, in modo tale da poter garantire esperienze di visita e soggiorno che raggiungano standard qualitativi ben definiti; tutto questo è necessariamente subordinato alla creazione di una rete locale di relazioni, principalmente tra operatori turistici, enti e associazioni; dunque si parla di capacità di collaborazione tra pubblico e privato. Non sarà di certo un singolo evento o una sola persona a poter realizzare tutto ciò.
L’Europa in questo momento ci sta rivolgendo la sua attenzione e noi abbiamo il compito di “conquistare e fidelizzare” i numerosi visitatori che giungono nella nostra terra, mostrando con vigore che il Sannio, con il Matese, è una destinazione turistica colma di tante e diversificate attrattive, che possono catturare i più variegati interessi, dato che tra le province di Benevento e Caserta si concentrano decine di produzioni enogastronomiche, unicità naturalistiche, paesaggistiche, artistiche, storiche, archeologiche, sportive… e si potrebbe continuare ancora a lungo.
Ora è giunto il momento di agire!
Rendersi conto del valore di questo immenso patrimonio è il punto di partenza per mettere finalmente in pratica le tante idee e proposte ampiamente discusse, negli ultimi anni, in numerosi incontri e convegni.
Non è mai troppo tardi!
Pensiamo al “Sannio European Wine City 2019” come il primo di una lunga serie di anni che mostreranno ai cugini europei la tempra che distingue da secoli gli abitanti e le grandi eccellenze del Sannio.