In molti conoscono la bellezza e le attrattive del massiccio del Matese, le sue maestose cime e gli incomparabili paesaggi. Pochi sanno, però, che proprio alle sue pendici ci sono piccole realtà ricche di storia e natura, uniche nel loro genere e certamente meritevoli di essere scoperte.

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L’itinerario turistico “Rotta 331” ha come punto di partenza la valle alifana, prende il nome dalla SP 331  che lo ricalca per intero a partire dalla splendida cittadina di Alife.
Lungo il percorso, ripercorrerete  la storia dell’antica Allifae, tra le strade della colta Piedimonte Matese, per poi raggiungere la medievalissima Castello del Matese e il romantico borgo di San Gregorio Matese. Luoghi forse meno noti, ma comunque autentici e incantevoli. Il periodo migliore per regalarsi qualche giorno qui? Praticamente ogni momento dell’anno.

 

Prima Tappa: Alife / Allifae

Con il suo immenso patrimonio storico, Alife è un grandissimo museo a cielo aperto che racconta una storia lunga 2.200 anni.

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La testimonianza materiale di questo lontano passato è sotto gli occhi di tutti. “Il castrum fondato dalle aquile”, cioè la città fondata dai romani, sopravvive nelle splendide Mura in opera incerta, risalenti al II-I secolo a.C. che hanno difeso la popolazione locale finanche durante il medioevo. Si conservano ancora le quattro porte urbiche, che presentano nella parte superiore un rifacimento medievale di epoca longobarda e angioina. Nel cuore della città, è possibile recarsi nel suggestivo Criptoportico di età augustea, un lungo corridoio porticato a tre bracci, utilizzato come luogo dove trovare ristoro durante le giornate torride. Probabilmente ha servito un’antica e lussuosa villa urbana, dato che recenti scavi hanno portato alla luce raffinati mosaici e affreschi pavimentali. All’esterno della cittadina, invece, uscendo da Porta Napoli, si può raggiungere l’Anfiteatro, il luogo dove si svolgevano gli spettacoli tanto cari al popolo romano. Le gradinate potevano ospitare circa 14.000 persone, ciò rende l’edificio alifano tra i più grandi del mondo romano. Fu abbandonato solo nel V secolo, per essere utilizzato come necropoli, come dimostrano le tracce dei loculi, finché i Normanni lo spogliarono dei marmi e delle pietre per la costruzione della Cattedrale. Lungo le strade che da Alife portano a Benevento e a Venafro, si osservano diversi ruderi simili a torri. Si tratta di mausolei o tombe monumentali, in gran parte databili al I sec. d.C. Tra i più importanti segnaliamo il cosiddetto “Torrione” (a circa tre chilometri da Porta Roma) e il Mausoleo detto dei Glabriones, quest’ultimo trasformato in chiesa, situato in Piazza XIX Ottobre.

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Le loro imponenti dimensioni ci ricordano il potere economico e politico dei loro proprietari. Numerosi elementi decorativi, che si vedono murati nelle facciate dei palazzi di Alife, provengono proprio da questi sepolcri. Il nuovo Museo Archeologico Nazionale dell’Antica Allifae è stato allestito in un moderno edificio situato nei pressi del Municipio. Due ampie sale raccolgono numerosi reperti (armi e strumenti litici, iscrizioni e sculture, vasellame ceramico e vitreo, frammenti di affreschi e mosaici), distinti per contesti cronologici e territoriali, e una serie di pannelli, corredati di documentazione grafica e fotografica, che illustrano in maniera chiara e completa le usanze funerarie e la vita quotidiana dei popoli che hanno abitato questo territorio dalla preistoria. La sala principale ospita, dal 2004, la mostra permanente “Ager Alliphanus”, con i reperti provenienti da una necropoli databile dal VII al IV secolo a.C.

Visitati questi fantastici luoghi ci incamminiamo verso la nuova tappa. Continua il viaggio