di Sisto Bucci
Dopo l’Anno Nazionale dei Cammini, quello dei Borghi e del Cibo italiano, da qualche mese telegiornali e quotidiani annunciano il 2019 come l’Anno Nazionale del Turismo Lento, così come proclamato dall’ormai ex Ministro della Cultura e del Turismo, Dario Franceschini. Una notizia che tutti noi della redazione GuideSlow abbiamo accolto con grande gioia, dato che da ben dodici anni incoraggiamo e sosteniamo la pratica del turismo lento nei territori dell’entroterra appenninico, in particolare in quello del Matese e del Medio Volturno; luoghi dove decine di piccoli comuni custodiscono un grande patrimonio culturale, materiale e naturalistico di impareggiabile valore e dall’enorme potenziale turistico, in grado di competere dignitosamente con le mete più conosciute.
Il turismo lento è un nuovo modo di vivere il luogo.
Esalta l’autenticità delle relazioni umane, stimola la sostenibilità e il rispetto verso il territorio e invita l’ospite a scoprire i percorsi che raccontano la sua storia e la vita delle imprese locali, portate avanti a fatica da “piccoli eroi” che quotidianamente danno valore non solo alla propria azienda ma al territorio tutto.
L’Anno Nazionale del Turismo Lento è una grande occasione per tutte le piccole e medie imprese produttive e di trasformazione, dell’accoglienza, della ristorazione e anche per le tante realtà associative che si occupano di accompagnamento. Queste avranno nuove chance per mettersi in gioco, aprendo le porte della loro conoscenza e competenza a quei visitatori che certamente arriveranno più numerosi rispetto agli ultimi anni.
Sarà un’occasione di crescita che aiuterà anche ad arginare lo spopolamento che da tempo investe i piccoli comuni. L’opportunità consiste nel puntare sulla più grande ricchezza che possediamo: il paesaggio; che, siamo sicuri, insieme a gastronomia, tradizioni e produzioni tipiche, trasformerà gran parte del territorio in una meta sempre più ricercata e selezionata. Certamente si dovrà fare anche un lungo lavoro di restyling e sarà necessario assicurare un netto miglioramento della qualità dei servizi rispetto a quelli finora offerti. Il Matese dà al visitatore la possibilità di dilatare il suo tempo, di occuparlo in pieno e di sentire durante la permanenza il “qui e ora”.
Il Matese non si visita, si vive! E GuideSlow racconta come.
Sembrano concetti molto semplici, quasi banali, ma metterli in pratica richiede esperienza, conoscenza, sinergia e volontà di credere nel grande potenziale inespresso di un intero territorio che merita di essere conosciuto e che da troppi anni è stato trascurato da chi invece aveva la responsabilità di proteggerlo.